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La CDU di Friedrich Merz: il partito vincitore in Germani

Milano, 25/02/2025

Le recenti elezioni federali tedesche hanno segnato una svolta significativa nel panorama politico del Paese. L’Unione Cristiano-Democratica (CDU), guidata da Friedrich Merz, ha ottenuto una vittoria decisiva, posizionandosi al centro della scena politica tedesca. Ma cos’è esattamente la CDU e quale percorso l’ha condotta a questo successo?


Fondata nel 1945, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU) è un partito politico di orientamento democratico-cristiano e liberal-conservatore. Sin dalla sua nascita, la CDU ha svolto un ruolo cruciale nella ricostruzione post-bellica della Germania e nella definizione della sua posizione in Europa. Il partito si caratterizza per una piattaforma che combina valori cristiani con politiche economiche di mercato e un forte impegno per l’integrazione europea.  


Joachim-Friedrich Martin Josef Merz, nato l’11 novembre 1955 a Brilon, è un politico e avvocato tedesco con una lunga carriera alle spalle. Ha ricoperto ruoli di rilievo, tra cui membro del Parlamento europeo dal 1989 al 1994 e membro del Bundestag dal 1994 al 2009 e nuovamente dal 2021. Nel 2022, Merz è stato eletto presidente del gruppo parlamentare CDU/CSU, consolidando la sua posizione come leader del partito.  

Nelle elezioni federali del 23 febbraio 2025, la CDU di Merz ha ottenuto il 28% dei voti. 


Questo risultato rappresenta una chiara indicazione della fiducia riposta dagli elettori nella leadership di Merz e nelle proposte del partito. La CDU, insieme alla sua alleata tradizionale, l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU), ha consolidato la sua posizione come forza dominante nel panorama politico tedesco.  


La CDU si colloca nel centro-destra dello spettro politico tedesco. Il partito promuove una combinazione di valori conservatori con un approccio pragmatico alle sfide moderne. Tra le priorità della CDU vi sono:

• Economia di Mercato Sociale: Sostegno a un’economia di mercato regolamentata che garantisca equità sociale e opportunità per tutti.

• Integrazione Europea: Impegno per una Germania forte all’interno di un’Unione Europea coesa e prospera.

• Sicurezza e Difesa: Rafforzamento delle forze armate tedesche e collaborazione attiva all’interno della NATO.

• Politiche Familiari: Promozione di misure a sostegno delle famiglie, inclusi incentivi fiscali e supporto all’educazione.

Nonostante la vittoria, la CDU dovrà affrontare diverse sfide. La crescita dell’Alternativa per la Germania (AfD), che ha raggiunto oltre il 20% dei voti, indica una polarizzazione crescente nell’elettorato tedesco. Inoltre, la formazione di una coalizione di governo stabile richiederà negoziati attenti con potenziali partner, considerando il crollo dei socialdemocratici (SPD) al 16%.  


La leadership di Merz sarà cruciale nel navigare queste dinamiche complesse e nel mantenere l’unità all’interno del partito. La capacità della CDU di adattarsi alle nuove realtà politiche e di rispondere alle preoccupazioni degli elettori determinerà il suo successo nel guidare la Germania nei prossimi anni.

Trump sugli immigrati: "Mangiano cani e gatti"

Milano, 13/09/2024

Siamo entrati nelle fasi calde della campagna elettorale statunitense e Donald Trump ha nuovamente attirato l’attenzione dei media e del popolo americano con un'affermazione controversa sugli immigrati durante un dibattito televisivo con la vicepresidente Kamala Harris. L'ex presidente ha dichiarato che "a Springfield gli immigrati mangiano i cani e i gatti domestici", un'accusa che ha provocato immediatamente reazioni sia dal pubblico sia dai media presenti, tra cui il conduttore dell’evento, David Muir, che ha prontamente smentito l'affermazione.


Questa uscita di Trump si inserisce in una retorica anti-immigrazione ormai consolidata, ma la specifica accusa relativa agli animali domestici è stata presa da un precedente commento di J.D. Vance, senatore dell'Ohio e stretto alleato di Trump, che aveva già avanzato affermazioni simili in passato. Nonostante l'assenza di prove a sostegno di tali dichiarazioni, Trump ha deciso di utilizzare questo argomento in un momento delicato del dibattito, mentre si discuteva di immigrazione e sicurezza nazionale.


Kamala Harris ha risposto alle affermazioni di Trump con un sorriso ironico, scatenando una discussione vivace tra i presenti. Il conduttore ha prontamente preso le distanze dall’accusa, sottolineando che non ci sono evidenze a sostegno di quanto detto dall'ex presidente. La scena ha creato un mix di ilarità e indignazione sui social, con molte persone che si sono chieste quanto lontano Trump fosse disposto a spingersi pur di difendere la sua visione restrittiva sull'immigrazione.


Le parole di Trump riflettono la sua strategia politica di fare leva sulla paura e la disinformazione per galvanizzare il suo elettorato. Già nel 2016, la sua campagna elettorale si basava fortemente su messaggi contro l'immigrazione, ma questa volta il candidato repubblicano sembra puntare su affermazioni ancora più estreme per polarizzare l’opinione pubblica e allontanare ulteriormente i Democratici dagli elettori più conservatori.


L'episodio è anche un chiaro esempio di come la disinformazione possa diffondersi rapidamente in un contesto politico teso, soprattutto quando le figure di spicco come Trump fanno affermazioni senza basi fattuali. Il ruolo dei media e del fact-checking, come dimostrato durante questo dibattito, diventa cruciale per contrastare la diffusione di falsità.

Mentre negli Stati Uniti le parole di Trump hanno suscitato un acceso dibattito, a livello internazionale l'episodio ha generato perplessità e critiche. In Europa e in altre parti del mondo, la frase è stata vista come una dimostrazione dell'esasperazione del discorso politico statunitense, dove l'uso di stereotipi e false affermazioni sta diventando sempre più frequente, soprattutto nel contesto delle elezioni presidenziali.

Daspo per chi aggredisce i sanitari: la proposta di FDL

Milano, 13/09/2024

Nell'attuale clima di crescente preoccupazione per la sicurezza del personale sanitario, Fratelli d'Italia ha presentato in Senato una proposta di legge per introdurre una misura drastica: il "Daspo sanitario". Questo disegno di legge, a firma del senatore Ignazio Zullo, prevede l’esclusione temporanea dalle cure sanitarie gratuite per chi commette aggressioni contro medici, infermieri e altri operatori sanitari. L'obiettivo è chiaro: disincentivare le sempre più frequenti violenze contro i professionisti della salute, spesso vittime di minacce, abusi e attacchi fisici, soprattutto in ospedali e pronto soccorso.


L'introduzione di questa proposta di legge arriva in un momento in cui gli episodi di violenza contro il personale sanitario stanno diventando sempre più frequenti. Secondo i dati, ogni giorno si verificano circa 40 episodi di aggressione fisica o verbale contro medici e infermieri. Recentemente, l’episodio avvenuto presso il reparto di Chirurgia Toracica dell'ospedale “Riuniti” di Foggia ha riacceso il dibattito: un gruppo di circa 50 persone ha assalito il personale sanitario dopo la morte di una giovane paziente, costringendo i medici a barricarsi in una stanza in attesa dell'intervento delle forze dell’ordine.


Il Daspo sanitario introdurrebbe l’esclusione dalle cure gratuite erogate dal Sistema Sanitario Nazionale per tre anni, con l’eccezione delle emergenze e delle terapie salvavita. Questo provvedimento è stato pensato per "dare un messaggio forte e chiaro" sulla gravità delle aggressioni contro il personale medico. Secondo il senatore Zullo, chi aggredisce i sanitari deve comprendere il valore del servizio sanitario e la professionalità che i medici mettono in campo ogni giorno.


La proposta di FdI ha suscitato diverse reazioni all'interno della comunità sanitaria. Da un lato, molte associazioni di categoria hanno espresso un certo favore per l'iniziativa, sottolineando che potrebbe fungere da deterrente efficace contro le aggressioni minori, come minacce verbali e atti intimidatori. Dall'altro lato, però, ci sono state critiche da parte di chi ritiene che la soluzione vada affrontata a monte, migliorando la sicurezza nelle strutture sanitarie e fornendo maggiore supporto psicologico al personale, anziché limitarsi a misure punitive.


La proposta del Daspo sanitario si inserisce in un più ampio dibattito su come affrontare le violenze in corsia. Il problema della sicurezza sanitaria è complesso e richiede interventi integrati, che includano non solo misure deterrenti ma anche un aumento delle risorse destinate alla sorveglianza e alla prevenzione degli episodi di violenza. Il personale medico, infatti, spesso lavora in condizioni di grande stress, soprattutto nei reparti di emergenza, dove i tempi di attesa e la pressione sui pazienti e i loro familiari possono generare situazioni di tensione che sfociano in atti di violenza.

Verzeni: due giovani decisivi per arrestare il killer

Milano, 07/09/2024

L’omicidio di Sharon Verzeni a Terno d’Isola, un tranquillo comune in provincia di Bergamo ha scosso profondamente il nostro Paese. La giovane donna, di soli 33 anni, è stata brutalmente uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024. Il caso ha assunto una svolta decisiva grazie al coraggio di due giovani italiani di origine marocchina, che hanno fornito informazioni cruciali per l’arresto del killer, Moussa Sangare.


Sharon Verzeni è stata accoltellata a morte mentre passeggiava per le strade del suo paese. L’assassino, Moussa Sangare, un uomo di 31 anni, ha confessato il crimine, descrivendo dettagli agghiaccianti degli ultimi momenti di vita della vittima. Sangare ha dichiarato di aver agito senza un motivo apparente, in preda a un raptus improvviso. La sua confessione ha rivelato un quadro di violenza gratuita e insensata, che ha lasciato la comunità in stato di shock.


I due giovani testimoni, italiani di origine marocchina, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’identificazione e nell’arresto di Sangare. I ragazzi hanno raccontato di aver notato un comportamento sospetto da parte di Sangare la notte dell’omicidio: "Eravamo usciti come al solito molto tardi per allenarci. Era più o meno mezzanotte, eravamo a Chignolo vicino alla farmacia davanti al cimitero, dove ci siamo fermati per fare delle flessioni. A quel punto sono passati due nordafricani in bicicletta, poi un terzo. Lui ci è rimasto impresso, perché era un po' strano. Aveva una bandana in testa e un cappellino, uno zaino e gli occhiali. Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima".


I giovani, dopo essere stati chiamati in caserma, hanno fornito una descrizione dettagliata dell’uomo e delle sue azioni. Grazie alle loro informazioni, le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare e arrestare Sangare dopo il delitto. “Se fossimo stati più vicini, avremmo potuto salvarla,” ha detto uno dei ragazzi, esprimendo il loro profondo rammarico per non essere riusciti a intervenire in tempo.


Durante l’interrogatorio, Sangare ha confessato l’omicidio, fornendo dettagli inquietanti su come ha seguito Sharon e l’ha attaccata senza alcun motivo. Ha descritto come l’ha avvicinata, scusandosi per quello che stava per fare, prima di accoltellarla ripetutamente. La sua confessione ha rivelato un’assenza totale di rimorso, sebbene abbia affermato di sentirsi “libero” dopo aver commesso il crimine.

Venezuela: anticipato Natale al primo ottobre

Milano, 07/09/2024

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato che Natale verrà celebrato il 1° ottobre anziché il 25 dicembre. Questa mossa, apparentemente bizzarra, ha radici profonde nella complessa situazione politica e sociale del paese.

Durante il suo programma televisivo settimanale “Con Maduro +”, il presidente ha dichiarato che il Natale quest’anno arriverà con pace, gioia e sicurezza. Tuttavia, molti critici vedono in questa mossa un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle recenti proteste e dalle accuse di brogli elettorali.


Maduro sta tentando in ogni modo di placare le proteste e migliorare l’umore della popolazione tramite le elargizioni di Stato che il governo venezuelano concede tradizionalmente ai poveri durante le festività natalizie. 

La decisione di Maduro ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. 

Gli Stati Uniti, diversi paesi dell’Unione Europea e la Chiesa hanno criticato la mossa, vedendola come un ulteriore tentativo di consolidare il potere del presidente in un momento di crisi. Anche alcuni paesi latinoamericani, storici alleati del Venezuela, hanno espresso preoccupazione per la situazione nel paese.


La crisi in Venezuela ha radici profonde. Il paese, una volta uno dei più ricchi dell’America Latina grazie alle sue immense riserve di petrolio, è ora in preda a una grave crisi economica e politica. Le politiche economiche del governo chavista, iniziate sotto Hugo Chávez e continuate da Maduro, hanno portato il paese alla bancarotta. Più di cinque milioni di venezuelani sono fuggiti all’estero per sfuggire alla fame e alla privazione delle libertà.


Le recenti elezioni presidenziali del 28 luglio scorso sono state segnate da accuse di brogli e violenze. L’opposizione democratica, guidata da Edmundo González Urrutia, ha denunciato irregolarità nel processo elettorale e ha accusato Maduro di aver truccato i risultati. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la situazione, con gli Stati Uniti e l’Unione Europea che hanno rifiutato di riconoscere i risultati ufficiali.


Molti osservatori vedono nella decisione di anticipare il Natale un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle gravi problematiche del paese. Le festività natalizie sono tradizionalmente un momento di gioia e condivisione, e Maduro potrebbe sperare che l’anticipazione delle celebrazioni possa placare le proteste e migliorare temporaneamente l’umore della popolazione.

Italia-Ue: prorogate concessioni balneari fino al 2027

Milano, 07/09/2024

L’Italia e l’Unione Europea sembrano ormai vicine a risolvere definitivamente il lungo braccio di ferro riguardante le concessioni balneari, una questione aperta da anni che ha visto il Paese sotto la lente di Bruxelles per il mancato rispetto delle normative europee. Il governo italiano, sotto la guida di Giorgia Meloni, ha recentemente varato un decreto che pone termine ai rinnovi automatici delle concessioni entro il 2027, aprendo la strada a nuove gare che dovranno essere bandite entro il 30 giugno dello stesso anno.


Questa decisione, considerata un passo importante verso una maggiore concorrenza nel settore, è stata accolta positivamente dall’Unione Europea. Come ha spiegato la portavoce della Commissione, Johanna Bersnel, la riforma rappresenta “un progresso nella giusta direzione” e potrebbe portare alla chiusura della procedura d’infrazione avviata contro l’Italia nel 2016. Tuttavia, l’esito non sarà automatico: le nuove misure dovranno essere concretamente attuate affinché l’infrazione possa essere archiviata.


Il nodo delle concessioni balneari è stato un tema caldo anche a livello giuridico. Nel 2016 e nuovamente nel 2023, la Corte di giustizia dell’UE aveva condannato l’Italia per la gestione delle spiagge, ritenendo che il Paese avesse violato le normative europee prorogando automaticamente le concessioni fino al 2033 senza alcuna gara d’appalto. L’attuale decreto cerca di porre rimedio a questa situazione, permettendo il prolungamento delle concessioni fino al settembre 2027 e, in casi eccezionali, fino a marzo 2028, ma prevedendo la necessità di bandire nuove gare entro il 30 giugno 2027.


Un altro elemento importante del decreto è l’introduzione di un meccanismo di indennizzo per i concessionari uscenti. Questo prevede che il nuovo concessionario debba pagare una somma per compensare gli investimenti effettuati dal precedente gestore negli ultimi cinque anni. Inoltre, viene garantita la continuità occupazionale dei lavoratori impiegati nella concessione, che dovranno essere assunti dal nuovo concessionario qualora il loro reddito principale derivasse da quell’attività.


Il governo italiano ha sottolineato come questa riforma sia il frutto di una stretta collaborazione con l’UE e di un equilibrio tra la necessità di aprire il mercato e la volontà di tutelare i diritti acquisiti dagli attuali concessionari. “La collaborazione tra Roma e Bruxelles ha permesso di risolvere una questione annosa e complessa”, ha dichiarato Palazzo Chigi. Da Bruxelles è giunto un feedback positivo, lodando il carattere “aperto e non discriminatorio” della riforma, ma ribadendo la necessità di vedere i cambiamenti tradotti in azioni concrete.


Nel decreto vengono trattati anche altri temi legati alle infrazioni europee, come il miglioramento della giustizia commerciale e la riduzione dei tempi di pagamento dei debiti, che aiuteranno a ridurre il numero di procedimenti aperti contro l’Italia. In questo senso, il ministro Raffaele Fitto ha svolto un ruolo cruciale, partecipando a molteplici incontri con Bruxelles e le parti interessate, inclusi i rappresentanti del governo e del Quirinale.


Sebbene l’accordo rappresenti un’importante vittoria per il governo Meloni, non mancano le critiche dall’opposizione. Il Movimento 5 Stelle ha bollato il decreto come “l’ultima pagliacciata” dopo anni di immobilismo, mentre esponenti del Partito Democratico e di +Europa hanno espresso preoccupazioni per l’effettiva apertura alla concorrenza. Matteo Ricci del PD ha definito il compromesso “una presa in giro”, mentre Riccardo Magi ha parlato di una soluzione che “blocca la concorrenza per altri tre anni”.


Nonostante queste polemiche, il governo sembra aver trovato un punto di equilibrio tra le richieste dell’Europa e le esigenze del settore balneare, con l’obiettivo di chiudere una delle vicende più controverse degli ultimi anni entro il 2027.

Trump è pronto a offrire a Musk un ruolo nel suo governo

Milano, 28/08/2024

Donald Trump: “Sono pronto a offrire un ruolo nel governo a Musk”. E il proprietario di X risponde subito: “Disposto a servire”

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere pronto a offrire un ruolo nel suo futuro governo a Elon Musk, il visionario imprenditore e proprietario di X. La risposta di Musk non si è fatta attendere: "Disposto a servire".

Durante un’intervista con Reuters, Trump ha elogiato Musk definendolo “un uomo molto intelligente” e ha affermato che sarebbe felice di offrirgli un ruolo di consulente o un posto nel suo gabinetto se fosse rieletto presidente. Questa dichiarazione arriva in un momento in cui Trump sta cercando di rafforzare la sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2024, cercando alleati potenti e influenti nel mondo degli affari e della tecnologia.


Elon Musk ha risposto prontamente all’offerta di Trump con un post su X, accompagnato da un’immagine generata dall’intelligenza artificiale che lo ritrae dietro un podio con la bandiera americana sullo sfondo. “Sono disposto a servire”, ha scritto Musk. Questa risposta ha suscitato un’ondata di reazioni sui social, con molti che si chiedono quale potrebbe essere il ruolo di Musk in un’eventuale amministrazione Trump.

L’alleanza tra Trump e Musk potrebbe sembrare insolita, ma entrambi condividono una visione dirompente e non convenzionale della politica e degli affari. Trump ha spesso lodato Musk per le sue innovazioni e il suo spirito imprenditoriale, mentre Musk ha recentemente espresso il suo sostegno per la candidatura di Trump, dichiarando che sarebbe disposto a contribuire alla sua campagna elettorale.


Se Trump dovesse vincere le elezioni e Musk accettasse un ruolo nel suo governo, le implicazioni potrebbero essere significative. Musk, con la sua vasta esperienza nel settore tecnologico e spaziale, potrebbe influenzare le politiche su temi cruciali come l’energia, l’innovazione tecnologica e l’esplorazione spaziale. Tuttavia, questa collaborazione potrebbe anche sollevare preoccupazioni riguardo ai conflitti di interesse, data la posizione di Musk come CEO di Tesla e SpaceX.


La proposta di Trump e la risposta di Musk hanno generato una serie di reazioni contrastanti. Mentre alcuni vedono questa alleanza come un’opportunità per portare innovazione e cambiamento nel governo, altri sono scettici e preoccupati per le possibili implicazioni etiche e politiche. La vicepresidente Kamala Harris ha criticato duramente questa mossa, definendola un tentativo di Trump di favorire i ricchi e potenti a scapito della classe media.

Posticipare la scuola a ottobre per il caldo

Milano, 28/08/2024

La proposta di rinviare l’apertura delle scuole a ottobre a causa del caldo estivo ha scatenato un acceso dibattito tra docenti, genitori e istituzioni. L’idea, avanzata dal Coordinamento Nazionale Docenti per i Diritti Umani (Cnddu), ha trovato il sostegno di alcune associazioni di insegnanti, ma ha incontrato una forte opposizione da parte dei genitori.


Il Cnddu ha proposto al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di posticipare l’inizio dell’anno scolastico a ottobre, citando le elevate temperature che rendono difficile la concentrazione e il benessere degli studenti e del personale scolastico. “A settembre c’è ancora troppo caldo da Roma in giù. I ragazzi non si concentrano e soffrono, esattamente come noi docenti” ha sottolineato un professore sui social.


Anche l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief) ha appoggiato l’iniziativa, sottolineando la necessità di adattare i cicli produttivi e le attività scolastiche ai cambiamenti climatici in corso. “Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre. Ci vuole buon senso e lungimiranza,” ha affermato Marcello Pacifico, presidente dell’Anief.


La proposta ha suscitato una reazione immediata e decisa da parte dei genitori, che si sono detti contrari all’idea di prolungare ulteriormente le vacanze estive. Molte associazioni di genitori hanno espresso preoccupazione per le difficoltà che un rinvio dell’apertura delle scuole comporterebbe nella gestione della vita familiare e lavorativa.

“Le vacanze estive sono già troppo lunghe,” ha dichiarato un rappresentante di un’associazione di genitori.


I genitori stufi della chiusura scolastica estiva di 3 mesi hanno raccolto 60mila firme con una petizione, sottolineando che: "La lunghissima pausa scolastica moltiplica le disuguaglianze, favorisce la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambine, bambini e adolescenti e scoraggia la conciliazione vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti".

Il dibattito solleva questioni importanti riguardo alla capacità delle scuole italiane di adattarsi ai cambiamenti climatici. Molti edifici scolastici, soprattutto nel Centro-Sud, non sono attrezzati con sistemi di climatizzazione adeguati, rendendo difficile garantire un ambiente di apprendimento confortevole durante i mesi più caldi.


Secondo i promotori della proposta, posticipare l’inizio delle lezioni potrebbe essere una soluzione temporanea, ma è necessario un intervento strutturale per migliorare le condizioni degli edifici scolastici. “Gli edifici scolastici non sono attrezzati per ospitare studenti, docenti e personale scolastico durante giornate così calde, con possibili conseguenze per la salute di chi si troverà a lavorare o studiare per ore in spazi chiusi, poco aerati e decisamente troppo caldi,” ha dichiarato un portavoce del Cnddu.

Studio USA: il cambiamento climatico peggiora la salute

Milano, 20/08/2024

Negli ultimi anni, il cambiamento climatico è diventato una delle principali preoccupazioni globali. 

Gli eventi climatici estremi, come ondate di calore, incendi, inondazioni e uragani, non solo minacciano l’ambiente e l’economia, ma hanno anche un impatto significativo sulla salute mentale delle persone. Un recente studio condotto negli Stati Uniti ha rivelato che i giovani e le donne sono particolarmente vulnerabili a queste conseguenze psicologiche.


Uno studio condotto in California, pubblicato sulla rivista Plos Climate, ha rilevato che il 22% degli abitanti dello Stato ha sperimentato conseguenze negative sulla propria salute mentale a causa degli eventi climatici estremi. I soggetti più vulnerabili sono i giovani di età compresa tra 18 e 29 anni e le donne, nonché gli appartenenti all’etnia caucasica e le persone con un’istruzione universitaria. Particolarmente colpiti sono anche coloro che vivono in aree rurali.


Il team di ricercatori, guidato da Daniel Zhao, Elissa Epel, Elaine Allen e Alison R. Hwong, ha analizzato i dati del California Health Interview Survey 2021, un’indagine che ha coinvolto oltre 24.000 persone. L’indagine ha utilizzato modelli di regressione logistica univariata e multivariata per analizzare l’associazione tra le caratteristiche dei partecipanti e l’auto-rilevazione degli effetti negativi sulla salute mentale dopo l’esposizione a eventi climatici estremi.


I giovani di età compresa tra 18 e 29 anni sono correlati a una probabilità due volte più elevata di sperimentare problemi di salute mentale rispetto a chi ha età superiore a 65 anni. Questo gruppo è particolarmente vulnerabile a causa della loro fase di vita transitoria, che include sfide come l’ingresso nel mondo del lavoro, l’instabilità economica e la costruzione di relazioni sociali. Gli eventi climatici estremi possono esacerbare queste sfide, portando a un aumento di ansia, depressione e stress post-traumatico.


Le donne hanno un rischio maggiore di subire effetti negativi rispetto agli uomini. Questo può essere attribuito a diversi fattori, tra cui il ruolo tradizionale delle donne come caregiver, che le rende più vulnerabili agli stress ambientali e sociali. Inoltre, le donne sono spesso più esposte a situazioni di violenza di genere durante e dopo gli eventi climatici estremi.


Gli effetti psicologici degli eventi climatici estremi possono variare da disturbi lievi a gravi. Tra i disturbi più comuni ci sono l’ansia, la depressione, il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e l’aumento dei tassi di suicidio. Gli uragani, le inondazioni e le ondate di calore possono causare traumi significativi, portando a sintomi di PTSD simili a quelli osservati nei veterani di guerra. Inoltre, l’ansia climatica, una forma di ansia cronica legata alla preoccupazione per il futuro del pianeta, sta diventando sempre più comune tra i giovani.


I risultati di questo studio evidenziano la necessità di politiche mirate per affrontare le conseguenze psicologiche del cambiamento climatico. È essenziale sviluppare programmi di supporto psicologico specifici per i giovani e le donne, nonché promuovere la resilienza comunitaria attraverso l’educazione e la sensibilizzazione. Inoltre, è fondamentale integrare la salute mentale nelle strategie di risposta ai disastri e nei piani di adattamento climatico.

Angela Carini: nuova testimonial dell’azienda del Ponte

Milano, 20/08/2024

La scelta di Angela Carini come testimonial per Webuild, l’azienda incaricata della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, ha suscitato un acceso dibattito sui social. La pugile napoletana, nota per la sua determinazione, è stata selezionata per rappresentare uno dei valori fondamentali della campagna pubblicitaria di Webuild: la passione.


Webuild, precedentemente conosciuta come Salini-Impregilo, è un colosso italiano nel settore delle costruzioni, con progetti in tutto il mondo. La decisione di scegliere Angela Carini come volto della campagna “Webuild per lo sport. Costruire un sogno: storie di campionesse” è stata motivata dalla volontà di associare i valori dello sport a quelli dell’ingegneria e della costruzione. 


La campagna vede protagoniste altre atlete italiane di spicco, come la velista Caterina Banti, la judoka Alice Bellandi e le velociste Zaynab Dosso e Antonella Palmisano, ognuna rappresentante un valore specifico come audacia, perseveranza, resilienza e tenacia.

Angela Carini, con il suo caschetto rosso da cantiere, incarna la passione, un valore che ha dimostrato ampiamente nel corso della sua carriera sportiva. La pugile, che ha recentemente partecipato alle Olimpiadi di Parigi 2024, è stata al centro di polemiche per il suo incontro controverso con la pugile algerina Imane Khelif. Nonostante le critiche, Carini continua a essere un simbolo di determinazione e passione, qualità che Webuild ha voluto mettere in evidenza nella sua campagna.


La scelta di Carini non è passata inosservata sui social media. Molti utenti hanno ironizzato sulla decisione di Webuild, collegando la resistenza della pugile alla solidità del futuro ponte. Alcuni commenti sarcastici hanno sottolineato come la scelta di Carini possa essere vista come un simbolo di fragilità, facendo riferimento al suo ritiro dal ring dopo appena 46 secondi durante le Olimpiadi. Tuttavia, altri hanno apprezzato l’iniziativa, vedendo in Carini un esempio di passione e dedizione che può ispirare sia nel mondo dello sport che in quello delle costruzioni.


Il Ponte sullo Stretto di Messina è uno dei progetti infrastrutturali più ambiziosi e controversi d’Italia. La sua realizzazione è stata discussa per decenni, con numerosi ostacoli burocratici e finanziari. Il progetto definitivo e il piano economico-finanziario devono ancora essere approvati dal Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), e la progettazione esecutiva richiederà ulteriori approvazioni. Nonostante le sfide, Webuild è determinata a portare avanti il progetto, con l’obiettivo di iniziare i lavori entro la fine dell’estate.

Imane Khelif ha denunciato Elon Musk e JK Rowling

Milano, 15/08/2024

La pugile algerina Imane Khelif, recentemente vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, ha intrapreso una nuova battaglia fuori dal ring. Khelif ha denunciato Elon Musk e J.K. Rowling per cyberbullismo, accusandoli di aver fomentato una campagna di odio contro di lei sui social media.


La denuncia è stata presentata alla Procura di Parigi e riguarda presunti atti di molestie informatiche aggravate. Secondo l’avvocato di Khelif, Nabil Boudi, le accuse si basano su una serie di pubblicazioni sui social media che avrebbero attaccato la pugile per il suo aspetto fisico, il suo genere e la sua nazionalità. L’avvocato si è espresso così: “I primi autori del cyberbullismo ai danni di Imane Khelif sono personalità politiche e personaggi pubblici che hanno usato i propri account sulle piattaforme social in questa campagna contro la mia cliente. In tal caso il problema dell'identificazione non si pone, essendo ben noti".


Elon Musk, noto imprenditore e proprietario della piattaforma X (ex Twitter), avrebbe condiviso un post della nuotatrice Riley Gaines, affermando che “gli uomini non appartengono agli sport femminili”, con un commento di approvazione. J.K. Rowling, celebre autrice della saga di Harry Potter, avrebbe invece accusato Khelif di essere un uomo che "si stava godendo l’angoscia di una donna che aveva appena colpito in testa".

Imane Khelif è stata al centro di polemiche per la sua partecipazione alle Olimpiadi nella categoria femminile, a causa dei suoi elevati livelli di testosterone. Nonostante il Comitato Olimpico Internazionale abbia confermato la sua idoneità a competere, molti critici hanno sostenuto che la sua presenza fosse ingiusta nei confronti delle altre atlete.


La denuncia ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, molti sostengono Khelif nella sua lotta contro il cyberbullismo e la discriminazione di genere. Dall’altro, alcuni difendono Musk e Rowling, affermando che le loro dichiarazioni rientrano nella libertà di espressione.

Meloni a Pechino: 'La Cina smetta di sostenere la Russia

Milano, 31/07/2024

Durante la sua visita a Pechino, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato diversi temi cruciali durante gli incontri con i leader cinesi. In particolare, Meloni ha espresso chiaramente la posizione italiana sul supporto della Cina alla Russia, sottolineando che non è nell'interesse della Cina sostenere l'industria russa in questo momento storico. "Siamo stati chiari nel porre la questione del sostegno della Cina alla Russia provando a ragionare insieme su quali siano gli interessi che ciascuno ha. Penso che alla Cina non convenga sostenere la capacità industriale russa, mentre può giocare davvero un ruolo dirimente", ha dichiarato Meloni.


Xi Jinping ha affermato che la Cina mira sempre alla convivenza pacifica tra i popoli. Meloni ha ribadito l'importanza di fare progressi concreti in questa direzione.

Meloni ha anche espresso forte preoccupazione per la situazione in Libano, evidenziando il rischio di un'escalation regionale proprio quando sembrava possibile un miglioramento. La presidente ha sottolineato l'importanza di continuare a lanciare messaggi di moderazione e ha confermato di essere in contatto con il ministro degli Esteri, il governo e gli alleati su questa questione.


Meloni ha inoltre menzionato il potenziale ruolo della Cina nel contribuire alla normalizzazione dei rapporti tra i Paesi Arabi e Israele, data la sua influenza su Teheran e Riad.

Rispondendo alle domande della stampa italiana, Meloni ha chiarito che non vede ripercussioni negative per l'Italia nei rapporti con la Commissione Europea, nonostante le recenti discussioni sul report sullo stato di diritto. Ha spiegato che la lettera inviata alla Commissione non rappresenta un momento di frizione, ma piuttosto una riflessione comune sulla strumentalizzazione di un documento tecnico. Meloni ha sottolineato che le critiche presenti nel rapporto non provengono dalla Commissione Europea stessa, ma da vari giornali e altri enti.


Sul tema della governance della Rai, Meloni ha affermato che, con le dimissioni della presidente, sarà necessario affrontare le nomine prossimamente. Ha espresso una posizione neutrale riguardo alla riforma della governance della Rai, dimostrandosi disposta a discuterne ulteriormente.

In risposta a speculazioni su una possibile privatizzazione della Rai, Meloni ha smentito qualsiasi interesse a creare un canale televisivo di propaganda personale, sottolineando che non ha bisogno di una "Telemeloni".


Meloni ha criticato l'accordo sulla Via della Seta siglato dal precedente governo, sostenendo che non ha portato i benefici promessi, come il riequilibrio della bilancia commerciale, che nel 2022 mostrava un disavanzo di 41 miliardi di euro per l'Italia.

Infine, Meloni ha condiviso alcuni dettagli leggeri della sua visita, come il suo apprezzamento per la cucina cinese, menzionando gli spaghetti in brodo come uno dei suoi piatti preferiti.


Durante la sua visita, Meloni ha tenuto colloqui con il presidente Xi Jinping e altri leader cinesi, affrontando una vasta gamma di argomenti bilaterali e internazionali in un clima di dialogo aperto e rispettoso.

Giorgetti: “Anche l’Italia è favorevole a tassare i super

Milano, 31/07/2024

Durante il G20 a Rio de Janeiro, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito la necessità di una riflessione approfondita sulla tassazione dei super-ricchi. In un'intervista all'ANSA, Giorgetti ha enfatizzato che, sebbene l'Italia sia favorevole a una tassazione equa per i super-ricchi, "la decisione di come tassare, quanto e quando è degli Stati nazionali", sottolineando che tali decisioni non possono essere imposte né dal G20 né dalle Nazioni Unite.


Giorgetti ha chiarito che le politiche fiscali devono rispettare la sovranità degli Stati nazionali. Questa posizione è cruciale in un contesto globale dove le pressioni per una tassazione uniforme sono sempre più forti. Il ministro ha espresso preoccupazioni sul fatto che l’implementazione di una global minimum tax per i super-ricchi dovrebbe essere preceduta dalla tassazione delle grandi multinazionali, un progetto attualmente bloccato da Paesi come India, Cina e Australia.


Il ministro ha evidenziato che il Piano Mattei è una delle priorità dell'Italia. Questo piano, nato per rispondere a specifiche esigenze del continente, è stato discusso anche con la Banca Mondiale, con l’obiettivo di concentrare l'attenzione su tre o quattro Paesi africani selezionati per interventi prioritari. Giorgetti ha affermato che l'Italia intende perseguire uno sviluppo coordinato e mirato in Africa, riconoscendo le specifiche necessità di quei Paesi e collaborando strettamente con organizzazioni internazionali per massimizzare l'efficacia degli interventi.


Durante le discussioni con la Banca Mondiale, Giorgetti ha sottolineato la disponibilità a concentrare gli sforzi su determinati Paesi africani, promuovendo uno sviluppo sostenibile e duraturo. Il Piano Mattei non è solo una risposta alle sfide economiche, ma mira anche a creare un impatto positivo e di lunga durata sul tessuto sociale e politico dell'Africa. Questo approccio prevede un intervento specifico e mirato che possa stimolare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile.

9 ragazze su 10 non sono mai andate dal ginecologo

Milano, 31/07/2024

In Italia, la salute femminile e la prevenzione ginecologica rappresentano temi di cruciale importanza, che meritano un’attenzione particolare. Recentemente, un’indagine condotta dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, in collaborazione con Sigia, su un campione di 3180 ragazze tra i 12 e i 19 anni ha rivelato un dato allarmante: nove ragazze su dieci nel paese non hanno mai effettuato una visita ginecologica. In particolare è emerso che l’87% delle ragazze tra i 12-14 anni ha dichiarato di non aver mai fatto un controllo dal ginecologo, una percentuale decisamente maggiore rispetto al 76% del 2013. Questo dato solleva preoccupazioni significative riguardo l’accesso e l’educazione alla salute riproduttiva.


La visita ginecologica è un aspetto fondamentale della prevenzione in ambito sanitario femminile. Attraverso controlli regolari, è possibile diagnosticare precocemente eventuali patologie, tra cui le infezioni vaginali, i problemi ovarici e le alterazioni della funzionalità tiroidea. Inoltre, esami come il Pap test sono essenziali per individuare anomalie al collo dell’utero, riducendo il rischio di sviluppare malattie più gravi come il cancro della cervice uterina.


Nonostante l’importanza di tali visite, esistono numerosi ostacoli che impediscono alle giovani donne di accedere a queste risorse preventive. Tra questi, vi sono la mancanza di informazione, pregiudizi culturali e la paura del giudizio sociale. Inoltre, uno studio condotto a Bologna ha evidenziato che il 43% delle donne non ha effettuato una visita ginecologica nell’ultimo anno, e il 20% non ha mai effettuato tale visita o l’ha effettuata diversi anni fa.


Per contrastare questa tendenza, è necessario promuovere una cultura della prevenzione attraverso campagne informative e l’educazione nelle scuole. È altresì fondamentale garantire l’accessibilità ai servizi ginecologici, soprattutto per le adolescenti e le giovani donne. Iniziative come la partecipazione a eventi dedicati alla salute femminile, come la Race for the Cure, possono contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione.


L’indagine del Laboratorio Adolescenza e IARD, in collaborazione con Sigia, sottolinea la necessità di un cambiamento culturale e di politiche sanitarie più inclusive. È essenziale che ogni ragazza e donna in Italia abbia la possibilità di accedere a cure ginecologiche adeguate e tempestive, per garantire il proprio benessere e una vita sana.

Meloni: "I migranti illegali sono nemici di quelli legali

Milano, 17/07/2024

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato al Trans-Mediterranean Migration Forum di Tripoli, esprimendo un messaggio forte: "I migranti illegali sono nemici di quelli legali". Durante il suo intervento, Meloni ha spiegato che negli ultimi anni l'Italia ha dovuto limitare l'ingresso dei migranti legali a causa dell'elevato numero di irregolari, influenzato dalle attività delle organizzazioni criminali che controllano i flussi migratori.

Meloni ha evidenziato come il suo governo abbia adottato decreti flussi per tre anni, ampliando le quote per i Paesi che collaborano nella lotta contro i trafficanti di esseri umani. “Le organizzazioni criminali vogliono decidere loro chi ha diritto di entrare nel nostro Paese e chi no. Il mio governo ha varato decreti flussi per tre anni, ampliando le quote, anche e soprattutto per le nazioni che ci aiutano a combattere contro i trafficanti di esseri umani”, ha affermato. L'Italia ha infatti posto il Mediterraneo al centro delle sue priorità, riconoscendo l'importanza della cooperazione con la Libia.


La cooperazione tra Italia e Libia è stata migliorata significativamente negli ultimi due anni. Meloni ha dichiarato che le sfide attuali, tra cui le migrazioni, non possono essere affrontate in solitudine. Ha espresso il bisogno di un approccio a 360 gradi e ha lodato il lavoro svolto insieme a Malta, Tunisia e il Commissario Europeo Margaritis Schinas.

Meloni ha ribadito che la prima linea di intervento è la lotta al traffico di esseri umani, considerato dall'ONU come uno dei più potenti traffici criminali al mondo. “C’è gente che fa tantissimi di soldi usando la disperazione dei fragili, e non possiamo consentirlo. Queste organizzazioni stanno diventando potenti, ma se ne fregano dei diritti umani" ha dichiarato.


Meloni ha criticato l'approccio caritatevole, definendolo insufficiente, e ha invece promosso una cooperazione strategica tra pari, con investimenti che possano risolvere i problemi per entrambe le parti. L'Italia ha scelto di concentrarsi su una strategia di lungo termine, rappresentata dal Piano Mattei, che mira a legare i destini dell'Italia e dei Paesi africani.

Italiani stakanovisti: il 10% lavora 49 ore a settimana

Milano, 16/07/2024

Secondo i dati Eurostat, circa il 10% degli italiani tra i 20 e i 64 anni ha lavorato in media almeno 49 ore a settimana nel 2023, una percentuale superiore a quella media Ue (7,1%) e inferiore solo a quella di Grecia, Francia e Cipro. 

Considerando che la media lavorativa italiana oscilla tra le 36 e le 40 ore settimanali, un italiano su 10 lavora oltre un turno in più alla settimana.


Il termine “stakanovista” evoca l’immagine di lavoratori instancabili e ultra produttivi. In Italia, il fenomeno sembra essere più marcato tra gli autonomi, con il 29,3% di questi che lavora almeno 49 ore settimanali. Tra i lavoratori dipendenti, la percentuale si attesta al 3,8%, leggermente superiore alla media dell’Unione Europea.

Diversi fattori contribuiscono a questo scenario: la cultura del lavoro che premia la presenza prolungata in ufficio, la pressione competitiva, e non da ultimo, la situazione economica che spinge molti a cercare di garantirsi una maggiore sicurezza finanziaria attraverso il lavoro straordinario.


Le ripercussioni di tali orari di lavoro estesi sono molteplici. Sul piano personale, si riscontrano effetti negativi sulla salute fisica e mentale, sul tempo dedicato alla famiglia e agli interessi personali. Sul piano sociale, questo può portare a un aumento delle disuguaglianze, poiché non tutti i lavoratori hanno la possibilità o la volontà di sostenere un simile carico di lavoro.


Di fronte a questa realtà, si levano voci che chiedono una riflessione sulle normative del lavoro. Alcuni esperti suggeriscono l’introduzione di limiti più stringenti sugli orari di lavoro, mentre altri propongono incentivi per le aziende che promuovono un equilibrio tra vita lavorativa e personale.

Il 60% delle ragazze non prende i mezzi di sera per paura

Milano, 16/07/2024

Un recente studio condotto da Eumetra per Telefono donna Italia ha rivelato dati preoccupanti riguardo alla percezione della sicurezza delle donne, in particolare nelle ore serali. Secondo la ricerca, il 60% delle ragazze evita di utilizzare i mezzi pubblici di sera per paura.

L’indagine, che ha coinvolto oltre 800 giovani tra i 16 e i 25 anni, ha esplorato vari aspetti della vita quotidiana, dalle abitudini personali alle opinioni su temi sociali. Tra i risultati più significativi, emerge che il 66% delle ragazze (il 22% dei ragazzi) adotta precauzioni particolari quando torna a casa la sera, come ad esempio scegliere un abbigliamento più discreto. Inoltre, il 62% delle intervistate evita di prendere i mezzi pubblici dopo una certa ora e il 61% sceglie ad hoc “un abbigliamento discreto”.


Questi dati riflettono una realtà in cui le donne si sentono costrette a modificare le proprie scelte e comportamenti semplicemente per sentirsi più sicure. La questione della sicurezza notturna diventa così un ostacolo alla libertà di movimento e all’autonomia personale, con ripercussioni che vanno ben oltre il semplice atto di spostarsi da un punto ad un altro.

Il 42% dei ragazzi ha ammesso di non sapere cosa sia l’educazione all’affettività. Questa lacuna nell’educazione giovanile potrebbe avere implicazioni dirette sulla comprensione e il rispetto dei confini personali, un fattore chiave nella prevenzione della violenza di genere.

La musica trap, spesso criticata per i suoi testi controversi, è stata giudicata ‘molto’ o ‘abbastanza irrispettosa’ delle donne dalla maggior parte dei giovani intervistati.


La ricerca ha inoltre toccato il tema della parità di genere sul posto di lavoro, rivelando che il 69% delle ragazze ritiene che l’uguaglianza sia ancora lontana in questo ambito. Tuttavia, si registra un maggiore ottimismo riguardo l’equità di genere in casa, nell’educazione dei figli e nella gestione domestica.

In conclusione, lo studio di Eumetra per Telefono Donna Italia offre uno spaccato allarmante ma necessario della realtà delle giovani donne in Italia. La sicurezza notturna e la mobilità sono solo la punta dell’iceberg di una serie di problematiche più ampie legate al genere, all’educazione e alla cultura. 

Senato: approvato il DDL sulla maternità surrogata

Milano, 06/07/2024

La Commissione Giustizia del Senato ha approvato un disegno di legge che rende la maternità surrogata un reato universale, perseguibile anche se commesso all'estero. La proposta, promossa da Fratelli d’Italia e sostenuta da Giorgia Meloni, mira a estendere le sanzioni previste dalla legge 40 del 2004, che già punisce chiunque realizzi, organizzi o pubblicizzi la commercializzazione di gameti o di embrioni, o la surrogazione di maternità.

Il testo di legge mantiene le sanzioni già previste, ovvero la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro, estendendole ai cittadini italiani che ricorrono alla pratica all'estero. Durante la seduta è stato respinto l’emendamento della Lega, che proponeva un inasprimento delle sanzioni fino a dieci anni di reclusione e una multa di due milioni di euro.


Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia e prima firmataria del disegno di legge, ha espresso soddisfazione per l'approvazione in Commissione Giustizia del Senato. Ha dichiarato che questa legge rappresenta un passo avanti nella tutela delle donne e nella riaffermazione del rispetto per la vita. Varchi ha sottolineato che il testo mira a condannare una pratica che trasforma la vita umana in merce, sfruttando il corpo delle donne più vulnerabili.


Anche Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, ha espresso soddisfazione, definendo il provvedimento un’importante battaglia di civiltà e libertà. Ha affermato che il disegno di legge intende combattere il turismo procreativo e condannare la commercializzazione del corpo femminile e dei bambini, fenomeni in aumento a livello globale.


L'opposizione, rappresentata dal Partito Democratico e altre forze, ha espresso forti critiche al provvedimento. Alfredo Bazoli, senatore del PD, ha denunciato l'urgenza con cui la Commissione Giustizia ha lavorato su questo disegno di legge, mentre altre questioni come il fine vita restano in sospeso. Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi e Sinistra ha accusato la destra di utilizzare questo disegno di legge come strumento propagandistico, sostenendo che serve più alla propaganda politica che alla realtà.


Il disegno di legge dovrà ora essere discusso in Aula per l'approvazione definitiva. Se approvato, l'Italia si porrà come uno dei pochi paesi ad aver esteso la perseguibilità della maternità surrogata a livello internazionale. Questo rappresenta un significativo cambiamento nelle politiche italiane riguardo ai diritti riproduttivi e alla protezione delle donne e dei bambini coinvolti in tali pratiche.


L'approvazione di questo disegno di legge riflette una chiara posizione della maggioranza attuale contro la maternità surrogata, considerata una pratica disumana e commerciale. La discussione continuerà in Aula, dove si prevede un acceso dibattito tra sostenitori e oppositori del provvedimento.

Nordio ha avviato monitoraggio del Fentanyl in carcere

Milano, 29/06/2024

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato un piano di monitoraggio per la diffusione del fentanyl nelle carceri italiane. Questa droga, estremamente potente e pericolosa, può essere letale anche in dosi minime. Durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Nordio ha presentato la relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze in Italia, sottolineando l'urgenza di affrontare questo nuovo rischio.

Il fentanyl, un analgesico oppioide sintetico, è generalmente utilizzato sotto prescrizione medica per alleviare il dolore nei pazienti oncologici. Tuttavia, il suo uso illecito lo rende estremamente pericoloso, essendo 100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina. "Una dose minima di fentanyl può essere fatale," ha avvertito Nordio, esprimendo preoccupazione per la sua possibile diffusione all'interno delle carceri.


Il Ministero della Giustizia ha avviato un’attività di monitoraggio mirata a controllare la presenza e l’uso del fentanyl nelle strutture penitenziarie. I provveditorati regionali sono stati incaricati di raccogliere e fornire dati dettagliati sugli stock di fentanyl nelle infermerie carcerarie, sulla quantità di farmaco somministrato ai detenuti e sulle modalità di gestione dei cerotti a base di fentanyl. Questo per prevenire che i cerotti, spesso utilizzati per somministrare il farmaco, vengano scambiati tra detenuti, aumentando così il rischio di abuso e overdose.


Nordio ha spiegato che, oltre alle misure preventive nelle carceri, è in corso una collaborazione con il procuratore generale della Cassazione e il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. L'obiettivo è elaborare un documento che fornisca linee guida omogenee per le perizie e le consulenze nei casi in cui venga rilevata la presenza di fentanyl durante le indagini preliminari su reati connessi alle droghe.


Nordio ha enfatizzato l'importanza di diffondere la consapevolezza riguardo alla pericolosità del fentanyl. "L’importante è che siamo consapevoli e che diffondiamo la consapevolezza della diffusione e della presenza di questa nuova droga" ha detto, aggiungendo che la prevenzione è un aspetto fondamentale della strategia del governo. Il ministro ha concluso sottolineando l’importanza di difendere il mondo carcerario da questo pericolo crescente, enfatizzando che l'attività preventiva avviata è essenziale per affrontare questa emergenza.

Salute mentale: i social media sono la nuova tossina?

Milano, 16/06/2024

 Negli ultimi anni, la salute mentale dei giovani è diventata un argomento di crescente preoccupazione. Con l’avvento dei social media, molti esperti si interrogano se questi strumenti digitali possano essere considerati una nuova tossina per la mente dei giovani, in particolare per la Generazione Z. 


I social media sono diventati una parte integrante della vita quotidiana dei giovani. Piattaforme come Instagram, TikTok, Facebook e Twitter offrono spazi di condivisione e interazione, ma allo stesso tempo possono avere effetti negativi sulla salute mentale. L’uso prolungato dei social media può influenzare negativamente lo sviluppo delle capacità di attenzione selettiva, della concentrazione, del pensiero critico, della creatività, della memoria a lungo termine e dei processi decisionali e di comunicazione più complessi.

Dall’inizio degli anni 2010, i tassi di malattie mentali adolescenziali come ansia e depressione hanno subito un brusco aumento. Nel decennio fino al 2020, il numero di visite al pronto soccorso per autolesionismo è aumentato del 188% tra le adolescenti e del 48% tra i coetanei maschi. Anche il tasso di suicidio tra i giovani è aumentato rispettivamente del 167% e del 91%. Questi dati sono allarmanti e indicano una crisi della salute mentale tra i giovani.


Lo psicologo sociale Jonathan Haidt, nel suo ultimo libro, definisce questa crisi di salute mentale come “il grande ricablaggio dell’infanzia”. Haidt sostiene che l’adozione di massa degli smartphone, insieme all’avvento dei social media e dei giochi online che creano dipendenza, sia uno dei principali fattori che contribuiscono al peggioramento della salute mentale dei giovani.

Nonostante gli effetti negativi, i social media potrebbero anche avere effetti positivi e non dovrebbero essere considerati a priori un bene o un male. La loro funzione è neutra e adattabile ai concreti utilizzi cui sono destinati. Tuttavia, è importante riconoscere che l’uso eccessivo e non regolamentato dei social media può portare a effetti collaterali negativi, come il contagio emotivo e l’aumento dello stress e dell’ansia.


La ricerca scientifica continua a esplorare gli effetti dei social media sulla salute mentale dei giovani. Un esempio è il progetto Smart Schools dell’Università di Birmingham, che sta confrontando i risultati sulla salute mentale e fisica tra i bambini che frequentano scuole che hanno limitato l’uso del cellulare con quelli che frequentano scuole senza tale politica. Inoltre, sono necessarie iniziative politiche per contrastare i danni da social media e promuovere un uso più consapevole e regolamentato di questi strumenti.


In conclusione, i social media possono essere considerati una nuova tossina per la salute mentale dei giovani? La risposta non è semplice. Mentre alcuni studi evidenziano gli effetti negativi dell’uso prolungato dei social media, altri suggeriscono che questi strumenti possano anche portare a nuovi sviluppi cognitivi e sensoriali. È fondamentale continuare a monitorare e studiare l’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani e promuovere un uso consapevole e responsabile di questi strumenti.

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