Le patatine fritte dei fast food sono un alimento popolare nella dieta occidentale, ma il loro consumo può avere effetti negativi sulla salute.
Le patatine dei fast food sono spesso ricche di grassi saturi e trans. Questi grassi possono influenzare negativamente il metabolismo e aumentare i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) e ridurre il colesterolo “buono” (HDL), contribuendo al rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre sono estremamente caloriche e, se consumate regolarmente, possono contribuire all’aumento di peso, in particolare nei bambini che necessitano di un introito calorico decisamente inferiore rispetto ad un adulto.
Il sodio è un altro componente che può essere dannoso se consumato in eccesso. Può portare a ipertensione e altri problemi cardiaci.
Durante la frittura ad alte temperature, si può formare l’acrilammide, una sostanza potenzialmente cancerogena che ha effetti negativi anche sull’apparato riproduttivo e sul sistema nervoso. Possono essere presenti anche altri contaminanti, come l’acroleina, che sono associati a rischi per la salute.
Inoltre, le patatine fritte possono essere difficili da digerire e possono contribuire a problemi gastrointestinali, come il reflusso.
Il consumo frequente di patatine fritte può portare a un aumento di peso e all’obesità, influenzando negativamente il metabolismo.
Studi hanno collegato il consumo regolare di fast food, incluse le patatine fritte, a un aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2, malattie cardiache e altre condizioni croniche.
Come consumare le patatine in modo “più salutare”:
In un mondo sempre più attento a fare scelte alimentari sostenibili e alla ricerca di alternative vegetali, Burger King ha lanciato, ormai da diverso tempo, il suo Whopper Plant-Based, un hamburger 100% vegetale, ma con un dettaglio che non è passato inosservato - viene cotto sulla stessa griglia utilizzata per i burger di carne e condito con alimenti di origine animale. Questa decisione ha sollevato dibattiti e discussioni, soprattutto tra vegani e vegetariani.
Burger King non ha nascosto questa informazione, anzi, l’ha messa in primo piano nella sua strategia comunicativa. Sul sito ufficiale, l’azienda avverte chiaramente i consumatori del fatto che, nonostante l’hamburger sia plant-based, esso viene cotto sulla stessa griglia dei burger di carne, potendo quindi assorbire grasso animale.
La questione solleva un importante dibattito etico: può un prodotto essere considerato veramente vegetale se entra in contatto con prodotti di origine animale durante la sua preparazione? E la comunicazione aperta di Burger King è un segno di trasparenza o una mossa di marketing calcolata?
La reazione dei consumatori è stata mista. Da un lato, alcuni apprezzano la sincerità di Burger King e la possibilità di scegliere consapevolmente. Dall’altro, ci sono stati vegani e vegetariani che hanno criticato l’azienda per non fornire una vera alternativa plant-based.
Nei ristoranti Burger King, la situazione è diversa. Mentre sul sito web le informazioni sono chiare, nei punti vendita fisici spesso mancano le specifiche pubblicate online, creando confusione tra i consumatori.
La strategia comunicativa di Burger King sul Whopper Plant-Based solleva questioni importanti sull’etica e la trasparenza nel marketing dei prodotti alimentari. Mentre alcuni vedono questa mossa come un passo avanti verso la sostenibilità, altri la considerano un tentativo superficiale di cavalcare l’onda del trend vegetale senza impegnarsi veramente nella causa. Quello che è certo è che il dibattito intorno a questi temi è più acceso che mai e che la comunicazione gioca un ruolo cruciale nel modellare le percezioni e le scelte dei consumatori.
Five Guys è la destinazione preferita da molti per uno “sgarro”, ma alcuni non riescono proprio a pagare così tanto per un hamburger e delle patatine.
I prezzi sono decisamente più elevati rispetto a quelli dei concorrenti, come McDonald’s.
Nonostante i suoi prezzi, Five Guys, negli USA, ha una buona reputazione per la qualità del cibo, dalle sue patatine dorate alla carne di manzo succulenta e per gli hot dog in stile americano.
Molti però si oppongono all'idea che il fast food faccia pagare quasi 12 dollari un cheeseburger, senza considerare le ragioni dietro a questi prezzi.
La protesta online è iniziata dopo che lo scontrino di un cliente statunitense di Five Guys è diventato virale.
Wall Street Silver ha pubblicato la foto su X, che mostra un Bacon Cheeseburger al prezzo di 12.49 dollari, una porzione di patatine piccola per 5.19 dollari e una bibita media per 2.89 dollari, considerando le tasse e la mancia il totale è stato di 24.10 dollari, "I prezzi di Five Guys sono fuori controllo. 24 dollari per una persona."
Nei commenti la gente si è infuriata e una persona ha scritto: "Il fast food che diventa un pasto di lusso, i tempi sono cambiati.”
Un altro ha commentato: "5 dollari per una porzione di patatine piccola, è un furto. È letteralmente solo una patata con un po' di sale."
Un terzo ha fatto notare che "Five Guys è sempre stato troppo caro. Lo stesso pasto costava 15 dollari dieci anni fa."
Ma alcuni hanno difeso la catena di fast food, esaltandone i prodotti e gli ingredienti di qualità.
Tra i fattori che causano l’aumento dei prezzi di Five guys, e che al tempo stesso migliorano la qualità del cibo servito, troviamo che:
1. Molti ingredienti utilizzati sono freschi e non surgelati, questo fa aumentare i prezzi perché i prodotti hanno una scadenza ravvicinata
2. Per creare le sue patatine soffici e croccanti, Five guys acquista le patate da tutto il mondo e gli operatori dei vari punti vendita le tagliano a mano in negozio
3. La qualità della carne di Five Guys sembrerebbe essere qualitativamente superiore rispetto a quella dei competitor in quanto è composta per l'80 percento da carne macinata magra e per il 20 percento da carne macinata grassa
4. Le porzioni servite sono piuttosto abbondati, in particolare quelle delle patatine che vengono fritte nell’olio di arachidi, più costoso rispetto ad altri tipi di olii
5. Anche il pane, morbido come una nuvola, costa parecchi soldi. Il CEO di Five Guys, Jerry Murrell, ha detto che il pane viene cotto fresco ogni giorno e spedito in ogni filiale.
6. Con l’ordine puoi scegliere tra 15 condimenti gratuiti e il refill della bibita è gratis
Murrell spiega che i prezzi dei panini di Five Guys aumentano in base al costo dei prodotti che vengono inseriti: “Se il fornitore della maionese triplica il prezzo, noi paghiamo il triplo per la maionese! E poi aumentiamo, di conseguenza, il prezzo del nostro prodotto."
McDonald’s, la nota catena di fast food, è spesso associata a cibo veloce, conveniente e accessibile. Tuttavia, negli ultimi anni, l’azienda ha intrapreso un percorso di sostenibilità che merita un’analisi approfondita.
Uno degli aspetti più visibili dell’impegno di McDonald’s verso la sostenibilità è la riduzione dell’uso della plastica. L’azienda ha risparmiato 988 tonnellate di plastica dal 2018 e più di 4.700 tonnellate di carta vergine tra il 2017 e il 2019. Questo è stato possibile grazie all’introduzione di imballaggi sostenibili e facilmente riciclabili, nonché alla riduzione dell’uso di plastica monouso. “Il 100% del packaging utilizzato in Italia è certificato, rinnovabile o riciclato, un dato significativo in vista dell’obiettivo globale che prevede, per il 2025, il riciclo di tutti gli imballaggi” scrive McDonald’s in una nota.
McDonald’s ha anche investito nelle energie rinnovabili e nella mobilità elettrica. L’azienda ha contribuito a evitare la produzione di più di 1.800 tonnellate annue di CO2 grazie alla rete di punti di ricarica per auto elettriche installate presso i ristoranti. Questo si allinea con l’obiettivo globale di raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050.
Un altro pilastro importante è la sostenibilità degli allevamenti. McDonald’s Italia ha collaborato con Coldiretti, Inalca e l’Associazione Italiana Allevatori per certificare la filiera della carne bovina, garantendo pratiche di allevamento sostenibili. Questo non solo migliora la qualità del prodotto, ma sostiene anche gli agricoltori locali e promuove pratiche agricole responsabili.
La gestione dei rifiuti è un altro aspetto cruciale. McDonald’s ha implementato una politica di raccolta differenziata nei suoi ristoranti e ha promosso campagne di sensibilizzazione al riciclo tra i consumatori. Queste iniziative sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale e promuovere un’economia circolare.
Gli sforzi di McDonald’s nella riduzione delle emissioni, nella gestione sostenibile degli imballaggi e dei rifiuti, e nel supporto agli allevamenti sostenibili dimostrano un impegno serio verso la sostenibilità. Tuttavia, è importante che l’azienda continui a lavorare su questi fronti e a comunicare trasparentemente i progressi e le sfide che incontra. Solo così potrà mantenere la fiducia dei consumatori e contribuire effettivamente a un futuro più sostenibile.
È stata lanciata da Essere Animali una campagna mirata a KFC, una delle principali catene di fast food al mondo, per spingere l'azienda a impegnarsi a sottoscrivere lo European Chicken Commitment anche in Italia, per porre fine alle pratiche crudeli negli allevamenti di polli utilizzati per la produzione di carne.
KFC, con una vasta presenza globale, è tra le multinazionali che non hanno ancora aderito all'European Chicken Commitment (ECC) in Italia, un insieme di criteri volti a ridurre la sofferenza dei polli attraverso politiche aziendali più umane. Un recente report, realizzato con il contributo di Essere Animali, ha rivelato che KFC Italia ha ottenuto uno dei punteggi peggiori nell'ambito degli impegni presi dalle grandi catene di fast food per migliorare le condizioni degli animali nelle loro filiere.
Le immagini raccolte mostrano le condizioni disastrose degli allevamenti di polli in Italia. Gli animali, a causa della rapida crescita selettiva, raggiungono il peso di macellazione in soli 40 giorni, diventando incapaci di muoversi a causa del peso eccessivo del petto e delle zampe deformate. Il sovraffollamento negli allevamenti intensivi è evidente, con ogni animale costretto a vivere in uno spazio angusto, equivalente a poco più di un foglio A4.
L'associazione Essere Animali ha lanciato una petizione indirizzata a KFC Italia, esortandola a sottoscrivere l'European Chicken Commitment e adottare standard più elevati per il benessere dei polli allevati dai loro fornitori.
Secondo uno studio pubblicato su Environmental International, il consumo di cibi dei fast food e ultraprocessati è stato associato a livelli più elevati di ftalati nelle donne in gravidanza.
Secondo lo studio, il problema non erano gli alimenti esaminati - patatine, hamburger, frappè e torte - ma ciò che “tocca il cibo” prima di mangiarlo. La ricerca mostra che gli ftalati, una classe di sostanze chimiche associate alla plastica, possono staccarsi dagli involucri, dagli imballaggi e persino dai guanti di plastica indossati dalle persone che manipolano gli ingredienti, per finire poi nel cibo che viene consumato.
Per quanto riguarda i fast food, i guanti indossati dai dipendenti, la conservazione, la preparazione, l'attrezzatura e gli strumenti di servizio possono essere le principali fonti di contaminazione.
Se si consumano questi alimenti durante la gravidanza, i composti possono entrare nel flusso sanguigno, attraversare la placenta e arrivare nel flusso sanguigno fetale. I ricercatori hanno notato che ciò può causare stress ossidativo e una cascata infiammatoria nel feto.
Studi precedenti hanno indicato che l'esposizione agli ftalati durante la gravidanza può aumentare il rischio di far nascere un bimbo prematuro, con un peso basso e/o con disturbi della salute mentale infantile come l'autismo e l'ADHD.
Gli autori hanno sottolineato che questo è il primo studio condotto su donne in gravidanza a mostrare che diete ricche di cibi ultraprocessati sono correlate a maggiori esposizioni agli ftalati.
Secondo i ricercatori, molte donne consumano frequentemente cibi ultra processati per difficoltà economiche, ma anche perché faticano a reperire ingredienti freschi e genuini.
I produttori dovrebbero offrire delle alternative più sane a questi prodotti deleteri per la salute e le persone in generale dovrebbero acquisire maggiori conoscenze riguardo alla nutrizione in modo da essere più consapevoli delle scelte che fanno a tavola.
Secondo gli autori servirebbero leggi più stringenti riguardo alla composizione dell’involucro dei cibi, ma anche dei guanti utilizzati dal personale che manipola gli alimenti, per limitare la contaminazione da ftalati.
Le donne incinte dovrebbero cercare di evitare i cibo ultraprocessati il più possibile e introdurre frutta, verdura, cibi integrali e carni magre.
È importante anche leggere attentamente le etichette, selezionando cibi con il minor numero di ingredienti, imparando anche a conoscerli.
Questo studio è stato finanziato in parte dai National Institutes of Health (UG3UH3OD023271).
Fonte: newrooms.uw.edu
Il cibo del fast food è spesso associato a una dieta poco salutare, ricca di grassi, zuccheri e calorie. Questo tipo di alimentazione può avere effetti negativi non solo sul peso corporeo, ma anche sui livelli di glucosio nel sangue, provocando dei picchi glicemici che possono essere dannosi per la salute.
Il picco glicemico è un’alterazione transitoria della glicemia, ovvero della concentrazione di glucosio nel sangue, che si verifica dopo aver consumato determinati alimenti, in particolare quelli ricchi di carboidrati semplici, come dolci, bevande zuccherate e prodotti da forno preparati con farine raffinate.
Quando si assume questo tipo di cibo, il glucosio entra rapidamente nel torrente circolatorio, stimolando il pancreas a produrre insulina, l’ormone che regola il trasporto del glucosio nelle cellule. Se il picco glicemico è troppo alto o si protrae per troppo tempo, il pancreas può essere sovraccaricato e produrre più insulina del necessario, causando una riduzione eccessiva della glicemia e un successivo aumento dell’appetito.
Questo meccanismo può portare a un circolo vizioso di iper e ipoglicemia, che può avere conseguenze negative sul metabolismo, sull’umore, sulla concentrazione e sul rischio di sviluppare patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari e il cancro.
Il cibo dei fast food viene degradato rapidamente, causando un rapido aumento della glicemia per la presenza di carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti. A sua volta, questo provoca un picco di insulina, con una diminuzione molto rapida della glicemia, che causa stanchezza e fame dopo poco tempo.
Per prevenire i picchi glicemici e mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue, è importante seguire una dieta equilibrata e varia, che privilegi i carboidrati complessi, come quelli contenuti nella frutta, nella verdura, nei cereali integrali e nei legumi, le proteine e i grassi sani.
Negli ultimi decenni, negli Stati Uniti, è emersa una crescente preoccupazione riguardo all'assunzione di carboidrati. Questo articolo si propone di esaminare le ragioni dietro a questa "paura dei carboidrati" e di esplorare il contesto in cui si è sviluppata.
Nel corso degli anni, le diete a basso contenuto di carboidrati, come la dieta chetogenica e la dieta low-carb, hanno guadagnato popolarità negli Stati Uniti. Questi piani alimentari promettono di favorire la perdita di peso e migliorare la salute. Ma è importante capire se questa paura dei carboidrati sia fondata scientificamente.
Professionisti del settore spiegano che i carboidrati sono una fonte essenziale di energia per il corpo. Forniscono glucosio, che è la principale fonte di carburante per il cervello e i muscoli. Tuttavia, non tutti i carboidrati sono uguali, e la qualità delle fonti di carboidrati è fondamentale.
Molti degli alimenti ricchi di carboidrati consumati in America sono altamente raffinati e processati, con un elevato contenuto di zuccheri aggiunti e calorie e scarsità di fibre e sostanze nutritive. Questi carboidrati "vuoti" possono contribuire all'obesità e a problemi di salute.
I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) negli Stati Uniti sottolineano l'importanza di una dieta equilibrata e l'inclusione di carboidrati complessi, come quelli che si trovano nella frutta, verdura e cereali integrali.
L'American Heart Association (AHA) consiglia di limitare i carboidrati semplici, e di abbracciare i carboidrati complessi e fibrosi, in quanto possono contribuire a una migliore salute cardiaca.
La paura dei carboidrati in America sembra basarsi su una comprensione limitata e semplificata delle scienze della nutrizione. Non è necessario evitare completamente i carboidrati, ma piuttosto fare scelte alimentari consapevoli. Scegliere fonti di carboidrati integrali e bilanciare l'apporto calorico complessivo è un passo importante per una dieta equilibrata e per raggiungere/mantenere una buona salute.
Negli ultimi decenni, il consumo di cibo fast food è diventato una componente onnipresente dello stile di vita moderno a livello globale. La convenienza, la velocità del servizio e i prezzi accessibili hanno reso i fast food una scelta popolare per molti. Tuttavia, la questione della loro salubrità ha suscitato preoccupazioni significative sia nella comunità scientifica che tra il pubblico.
Le ricerche svolte da enti e istituzioni autorevoli, sia italiani che stranieri, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) negli Stati Uniti, hanno evidenziato numerosi aspetti preoccupanti legati al consumo regolare di cibo fast food.
• Alto contenuto calorico e scarso valore nutrizionale: Uno degli aspetti più critici del cibo fast food è il suo elevato contenuto calorico in relazione al volume di cibo, spesso accompagnato da un basso apporto nutrizionale. Questi alimenti sono generalmente ricchi di grassi saturi, zuccheri aggiunti e sale, mentre scarseggiano di nutrienti essenziali come fibre, vitamine e minerali.
• Associazione con malattie croniche: Diversi studi hanno stabilito un legame tra il consumo frequente di fast food e un aumento del rischio di sviluppare malattie croniche. Tra queste, le più comuni sono l'obesità, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e l'ipertensione. Queste condizioni sono spesso il risultato di un'alimentazione sbilanciata, dove prevalgono cibi ad alta densità energetica ma poveri di nutrienti vitali.
• Effetti sul metabolismo: La ricerca ha anche indicato che gli alimenti ultraprocessati, tipici dei fast food, possono avere effetti negativi sul metabolismo. Questi cibi possono alterare la sensazione di sazietà, incrementare le voglie di cibo e influenzare negativamente la regolazione dell'insulina, contribuendo così all'incremento del peso corporeo e all'insorgenza del diabete.
• Impatto psicologico e comportamentale: Alcuni studi suggeriscono che il consumo frequente di fast food può avere effetti anche sul benessere psicologico e sui comportamenti alimentari. Le abitudini alimentari instaurate possono portare a dipendenze simili a quelle osservate per altre sostanze, rendendo difficile il consumo moderato o la cessazione.
La diffusione dei fast food va oltre la semplice scelta alimentare, radicandosi profondamente nelle culture moderne attraverso il marketing, le norme sociali e le pratiche quotidiane. Il posizionamento strategico dei ristoranti fast food, unito a campagne pubblicitarie accattivanti, ha contribuito a normalizzare il consumo di questi cibi, specialmente tra i più giovani, influenzando così le abitudini alimentari su larga scala.
Data la crescente evidenza dei rischi per la salute associati al consumo di cibo fast food, si sottolinea l'importanza di promuovere un consumo più consapevole e moderato. Gli esperti raccomandano di privilegiare un'alimentazione equilibrata, ricca di cibi non processati o minimamente processati, e di limitare il consumo di fast food a occasioni sporadiche. Inoltre, alcune catene di fast food stanno iniziando a offrire opzioni più salutari, rispondendo così alla crescente domanda dei consumatori per alternative più nutrienti.